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Implantologia computer guidata

Implantologia computer guidata

La cura del sorriso - la tecnologia che sorride

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Da quando è nata l'implantologia guidata dal computer si può finalmente parlare di svolta epocale nel mondo dell'odontoiatria. Nasce in definitiva la tecnica supportata dai software che permette di velocizzare e rendere più sicure e precise le diagnosi e le terapie e quindi offrire interventi più agevoli per chi desidera avere un sorriso smagliante. A parlarci di questa metodica è il Dottor Alessandro Palumbo, odontoiatra, che svolge la sua professione a Pescara e a Roma, tra i primi professionisti in Italia ad applicare queste metodiche. Per mezzo delle più avanzate tecniche di chirurgia minimamente invasiva e dell’implantologia guidata dal computer, offre ai suoi pazienti piani di trattamento capaci di trasformare i denti di una dentiera mobile, in una sola seduta, in denti fissi sostenuti da impianti, senza rischi e con la possibilità di utilizzo immediato. L’ausilio delle guide ottenute con la stereolitografia computerizzata riesce a rendere l’implantologia osteointegrata una tecnica semplice e applicabile in quasi tutte le situazioni cliniche, anche in presenza di gravi atrofie delle ossa mascellari laddove l'implantologia tradizionale, cioè effettuata a mano libera, renderebbe questi interventi molto difficili o addirittura impossibili anche per mani esperte.

Dottor Palumbo, si può parlare di una importante svolta per l'implantologia?

«Direi assolutamente di sì. Bisogna prima di tutto spiegare cosa significa e a chi è rivolta questa nuova metodica. Infatti l'implantologia è la metodica dedicata ai pazienti che hanno perduto i propri denti, o sono portatori di una dentiera mobile e desiderano una nuova dentatura fissa che duri nel tempo. Un’evoluzione dell’implantologia classica è l'implantologia computer guidata. Quasi sempre la mancanza dei denti, l’utilizzo di protesi mobili e l’età avanzata, determinano atrofia delle ossa mascellari che normalmente rendono difficili o impossibili i trattamenti implantoprotesici classici. L’implantologia guidata dal computer riesce, invece, a dare risposte anche in casi estremi come questi, o in pazienti affetti da gravi parodontopatie, in quanto riesce a sfruttare anche i più minimi residui di osso. Considerando l’affidabilità e la precisione della tecnica, una nuova tendenza vede nel piano di trattamento l'impiego di un ridotto numero di impianti per ogni arcata: in genere 4 per l'inferiore e 4-8 per il mascellare superiore (Tecnica All On Four e Full Arch Few Implant F.A.F.I.). È necessario tenere conto della quantità e della qualità dell'osso residuo ed esaminare attentamente la biomeccanica delle protesi fisse, che saranno ancorate sugli impianti».

I vantaggi di questa metodica riducono il margine d'errore e aiutano anche chi ha paura del dentista?

«Esattamente. Immaginate uno studio dentistico di 20 anni fa. C’erano limiti che oggi sono praticamente inesistenti: materiali, attrezzature, strumenti e nuove metodiche, hanno fatto il loro percorso e usufruito di milioni di euro di investimento da parte delle aziende produttrici per risolvere problematiche che prima richiedevano mesi di cura. Oggi gli interventi sono di brevissima durata e garantiscono qualità e sicurezza in assoluto rispetto dei costi. Numerosi casi clinici da me trattati negli ultimi sette anni con l’implantologia guidata dal computer mostrano una percentuale di successo degli impianti e delle protesi prossima al 100%. Questo metodo offre enormi possibilità di successo e minima invasività chirurgica. L'esame attento delle informazioni volumetriche provenienti dalla Tac Denta-Scan e le opportunità offerte dal programma di navigazione Sim-Plant aumentano le opportunità di sfruttare anche volumi di osso basale molto ridotti, offrendo in tal modo al paziente la possibilità, altrimenti negata, di ricevere protesi fisse a funzione immediata. La Computer Guided Dentistry rappresenta senza dubbio, rispetto ai complessi ed invasivi interventi di ricostruzione ossea, una metodica più semplice e predicibile, valida anche in caso di severe atrofie dei mascellari. Questa, a mio parere, sarà una tecnica destinata ad essere sfruttata da un sempre maggior numero di pazienti e di dentisti. Questa metodica, associata alla sedazione cosciente, rappresenta un ausilio straordinario per abbassare le tensioni, ridurre la soglia del dolore e indurre uno stato di profondo e duraturo benessere anche nei pazienti fobici».

Come avviene la procedura e come si deve preparare un paziente?

«La maggior parte del lavoro viene fatto fuori della bocca del paziente, in sua assenza. Per questo motivo riesco a trattare pazienti riferiti da colleghi lontani o che provengono da fuori regione senza difficoltà. Nel corso della prima visita effettuiamo la preparazione del paziente e viene illustrata lametodica. Un ruolo importante è svolto dall'odontotecnico che, in stretta collaborazione con l’odontoiatra, dovrà affiancarlo e seguire le sue indicazioni fin dal primo momento, progettando i denti adeguati al caso specifico. Il paziente effettuerà in seguito un esame TAC Denta Scan indossando i denti appena progettati che rappresenteranno una guida indispensabile per il lavoro definitivo. Con i dati raccolti dall’esame TAC si effettua sul computer un intervento virtuale in tre dimensioni posizionando nel modo più opportuno gli impianti, tenendo conto di tutte le informazioni comprese quelle estetiche. Il risultato virtuale e la pianificazione possono essere preventivamente mostrate al paziente attraverso il computer. Il posizionamento virtuale degli impianti verrà registrato e trasmesso in un file che, inviato alla casa madre, consentirà di realizzare una guida stereo litografica che sarà usata nella chirurgia per guidare in sicurezza la mano del chirurgo. Nella seconda seduta si effettua l’intervento chirurgico con la guida e il paziente viene dimesso dopo qualche ora con la protesi fissa su impianti già funzionanti. Di norma sarà sufficiente un periodo di almeno due mesi, durante i quali il paziente userà le protesi fisse inserite durante la seconda seduta, per permettere la completa osteointegrazione degli impianti. Trascorsi questi mesi si finalizza il lavoro nel corso di altri 2 o 3 appuntamenti conclusivi con sedute di sole verifiche, durante le quali si ottimizzano la funzione e l’estetica della protesi definitiva».

L’ausilio del computer è più utile in fase diagnostica o in fase di pianificazione dell’intervento?

«È utilissimo in entrambe le fasi, l’una è integrata nell’altra. In passato era utilizzato solo nella fase diagnostica in quanto mancavano le applicazioni tecniche per sfruttarlo nello stadio clinico operativo. Oggi, invece, grazie alla stereolitografia, si possono applicare i suoi vantaggi a 360°. L’utilizzo dei software cosiddetti di navigazione permette di navigare virtualmente nell’anatomia del paziente. Nella fase diagnostica le immagini tridimensionali dei tessuti molli e delle ossa mascellari dei pazienti vengono esaminati nei più intimi dettagli. Questo è possibile in seguito all’acquisizione dei dati DICOM della TAC del paziente in esame. Durante questa fase diagnostica ho sul mio computer tutte le informazioni tridimensionali di cui ho bisogno per effettuare le valutazioni sui volumi, la qualità e la quantità dell’osso del paziente. Questo mi consente di effettuare un intervento virtuale con il posizionamento ideale nello spazio degli impianti, tenendo conto di tutte le corrette indicazioni. La pianificazione così ottenuta viene salvata e inviata in un file alla casa di produzione delle guide chirurgiche. Questa realizza delle mascherine guida, simili a delle piastre di montaggio di precisione, che contengono degli anellini guida ad altissima precisione che indirizzeranno la fresa usata dal chirurgo per la preparazione del sito implantare nell’esatta posizione, inclinazione e profondità stabilita nella pianificazione per il corretto alloggiamento degli impianti stessi. Le guide, in resina speciale, sono realizzate con tecnica industriale e computerizzata, chiamata stereolitografia. Questa consente di replicare qualsiasi oggetto presente sul computer in tre dimensioni con massima fedeltà. Saranno perciò realizzate in resina delle repliche tridimensionali in dimensioni reali delle ossa mascellari e/o mandibolari del paziente».

Quali vantaggi porta all’odontoiatria l’assistenza del computer?

«Con l’introduzione delle nuove metodiche computerizzate in implantoprotesi utilizzate sia in fase diagnostica che operativa, l’odontoiatria (come altre discipline) è stata rivoluzionata e lo sarà sempre più. Questa rivoluzione non riguarda i principi, ma le metodiche e i materiali. Tutto questo consente di ottenere risultati più duraturi e precisi in tempi ridotti. Il computer, in sintesi, interviene nell’ambito della realizzazione delle protesi e sostituisce i metodi artigianali dell’odontotecnico e l’abilità chirurgica del medico, con la predicibilità ed il controllo, tipici dei processi industriali di precisione».

In quali ambiti dell’odontoiatria il computer può intervenire?

«Diagnosi, terapie chirurgiche implantoprotesiche e realizzazione di protesi individualizzate, ma prodotte con processi industriali. Esistono, inoltre, anche altre discipline come l’Ortodonzia e la Posturologia che si avvalgono con successo dell’uso del computer».

Questa metodologia riduce di molto i tempi di trattamento?

«I tempi di trattamento sono ridotti drasticamente. Basti pensare che dopo una seduta di poco più di un’ora, viene montata al paziente la sua nuova protesi fissa sostenuta dagli impianti appena inseriti (carico immediato), dandogli la possibilità di masticare e sorridere immediatamente. In passato erano necessari mesi o addirittura anni per poter raggiungere questi risultati. In pratica si può dire che con l’implantologia computer guidata, i portatori di protesi totale o parziale mobile possono dare “un calcio” alla dentiera in un sol colpo».

È una metodologia utilizzabile per qualunque paziente?

«Poiché l’ implantologia guidata dal computer, o Computer Guided Implantology C.G.I., consente degli interventi minimamente invasivi, è particolarmente indicata per i pazienti normalmente considerati a rischio di insuccesso. L’unico limite reale all’applicazione di questa metodica è una ridotta apertura patologica della bocca o un’angusta dimensione della rima labiale. Si tratta, quindi, di una metodologia che consente di operare in grande sicurezza e con precisione sub millimetrica accurata, accorciando di molto i tempi di trattamento e quindi adatta e consigliabile a tutti».

A cura del Dr. Alessandro Palumbo

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